Chi rischia la revisione dopo l’impianto di protesi al ginocchio?

La protesica è indubbiamente riconosciuta come una chirurgia di successo, ma circa il 10% degli impianti attualmente installati richiede un secondo intervento chirurgico, chiamato di “revisione”, per rimuovere le vecchie protesi e sostituirle con nuovi componenti.

L’intervento di sostituzione articolare protesica è senza dubbio uno dei più grandi progressi della medicina del nostro tempo. Protesi d’anca e di ginocchio sono ormai installate in milioni di italiani e i pazienti che si sono rivolti a questo tipo di chirurgia è in progressivo aumento da oltre tre decenni. Le protesi hanno migliorato la qualità della vita dei pazienti alleviando il dolore, migliorando la capacità di movimento e aumentando i livelli di attività. 

Attualmente, in Italia, ogni anno vengono effettuate oltre 200.000 interventi di protesi di anca e di ginocchio ed oltre 400.000 negli Stati Uniti. 

La protesica è indubbiamente riconosciuta come una chirurgia di successo, ma circa il 10% degli impianti attualmente installati richiede un secondo intervento chirurgico, chiamato di “revisione”, per rimuovere le vecchie protesi e sostituirle con nuovi componenti. 

La chirurgia di revisione protesica è una procedura estremamente complessa, che richiede un’ampia pianificazione preoperatoria, impianti e strumenti specializzati e la padronanza delle difficili tecniche chirurgiche per ottenere un buon risultato.

Questo tipo di interventi non potranno che aumentare in futuro, in quanto anche il numero di pazienti giovani che si sottopongono a questo tipo di chirurgia è in aumento. Inoltre, gli anziani continuano a vivere più a lungo: questo fenomeno fa sì che un segmento crescente di pazienti portatori di protesi articolari vivranno più a lungo dei loro impianti protesici. 

I pazienti più giovani hanno il coefficiente di rischio di revisioni multiple più alto dopo l’impianto di protesi al ginocchio: la ricerca inglese.

Un recente studio intrapreso nel Regno Unito ha confermato che  i pazienti che incorrono di più nell’intervento di revisione della protesi sono soprattutto maschi, con meno di 55 anni.

I ricercatori hanno esaminato i dati del registro nazionale delle articolazioni del Regno Unito, aggiornato alla fine del 2019: su 1,19 milioni di sostituzioni primarie del ginocchio e 75.881 revisioni del ginocchio registrate dal 1° aprile 2003 al 31 dicembre 2018, hanno identificato 33.292 revisioni che potevano essere collegate a una delle sostituzioni primarie del ginocchio e hanno concentrato l’analisi su queste procedure.

Nel complesso, 3.575 – pari al 10,7% del totale – degli interventi di revisione presi in esame sono state operate una seconda volta, e 574 (1,7%) hanno richiesto un terzo intervento di revisione.

Entro 13 anni dalla prima revisione, il 19,9% dei pazienti ha dovuto sottoporsi a un secondo intervento. Entro cinque anni dalla seconda revisione, il 20,7% dei casi ha dovuto sottoporsi a una terza revisione. 

Prendendo in considerazione il genere dei pazienti, i tassi di revisione erano significativamente più alti nei maschi che nelle femmine (20,0% contro 14,8%). 

Lo studio identifica come a dieci anni di distanza dal primo intervento, gli uomini più giovani di 55 anni hanno una probabilità significativamente maggiore di avere revisioni rispetto agli uomini di 75-79 anni – 26,6% contro il 13,6% – una tendenza che è stata confermata anche per quanto riguarda il genere femminile negli stessi intervalli di età (21,0% vs 8,3%).

La scoperta principale che lo studio mette in luce è quindi che installare una protesi di ginocchio troppo presto, seppur in presenza di pazienti artrosici o con gravi disturbi causati dal deterioramento cartilagineo, può comportare la necessità di una seconda sostituzione del ginocchio nel 20% dei pazienti. Ecco perché questi rischi dovrebbero essere chiari ai pazienti che si sottopongono all’operazione e ecco perché, fin dove è possibile, è consigliato intraprendere terapie infiltrative di medicina rigenerativa, per ritardare il più possibile il ricorso alla sostituzione articolare protesica. 

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