Alluce valgo e dita a martello: come affrontare la riabilitazione?
L’alluce valgo e le dita a martello sono le due patologie del piede più frequenti: per correggerle in maniera efficace, è necessario un intervento chirurgico correttivo personalizzato e adottare buone pratiche riabilitative in fase post-operatoria.
Scopriamo insieme quali sono!
Quali sono gli step per tornare a un utilizzo corretto e naturale dell’articolazione del piede? E i tempi di recupero per riprendere l’attività sportiva?
Queste sono le domande che quasi tutti i pazienti si pongono prima e dopo aver affrontato un intervento di correzione dell’alluce valgo o di dita a martello. Domande che faticano a trovare una risposta univoca: “la realtà è che ogni caso è unico e non può prescindere dalla valutazione medica” racconta il dottor. Giuseppe Teori. Ma alcune regole di base, best practice per ottenere risultati riabilitativi migliori, ci sono. “Innanzitutto è altamente sconsigliato lanciarsi nell’assunzione di rimedi e farmaci con funzione anti-infiammatoria, anche naturali, senza adeguata prescrizione. Altra regola fondamentale è indossare, fin dall’immediato post-operatorio, la scarpa piatta tipo podalux per la deambulazione. Tale scarpa permette infatti di caricare il peso durante il passo senza sollecitare eccessivamente l’alluce o le altre dita operate.”.
E terminato l’immediato post-operatorio, come agire? “Sembra banale, ma il segreto è …camminare. Gli interventi di correzione di alluce valgo e dita a martello sono realizzati infatti per mezzo di rimodellamenti e osteotomie – tagli dell’osso – dei vari metatarsi interessati. La riabilitazione dovrà rispettare la ‘frattura’ e favorire la ricostituzione dell’osso in corrispondenza di questi tagli, prevedendo una terapia con farmaci ricalcificanti e magnetoterapia, in grado di ristabilire le corrette funzionalità dell’anatomia ossea.”
Nella settimana successiva all’intervento, salvo eccezioni legati alla gravità dell’operazione, sarà consigliato tenere l’arto sollevato, evitando di stare seduti per troppo tempo e tentando di emantenere la posizione eretta quando possibile. “Il piede è avvolto da una fasciatura molto aderente che embricano le dita tra di loro e nel primo mese deve essere medicato e rinnovata almeno 2/3 volte – continua il dottor. Teori -. Un consiglio non banale è scegliere di camminare in questa fase in spazi ampi, per evitare urti accidentali”.
Alluce valgo e dita a martello: riabilitazione dopo 1 mese dall’intervento
Accennato a tutte le più importanti pratiche da seguire in fase post-operatoria, nel primo mese il calendario di medicamenti previsti dall’ortopedico permetterà di controllare la ferita, rimuovere punti o altri supporti chirurgici utilizzati. Dopo la prima medicazione e il rinnovo della fasciatura embricata, la vita sociale potrà riprendere, senza però poter sforzare il piede in movimenti o gesti che possano “stressare” l’articolazione, tipo guidare la macchina.
“Passato un mese dall’intervento il piede tornerà libero: il mio consiglio è utilizzare calzature morbide e comode, con la prescrizione di fare ginnastica in maniera autonoma. Naturalmente, sarà necessario evitare attività che rischiano di ritardare la corretta guarigione dei tagli o, peggio, spostare le parti di osso che si devono rinsaldare, perdendo così parzialmente o totalmente la correzione che si era ottenuta con l’intervento”.
Alluce valgo e dita a martello: riabilitazione successiva ai 2 mesi
Due mesi dopo aver eseguito l’intervento sarà necessario un controllo clinico obbligatorio, al fine di valutare un breve periodo di fisioterapia manuale e fisica ed eventualmente accompagnare la ripresa della fisiologica deambulazione con un plantare di sostegno posturale per 6-9 mesi, ideale soprattutto per le calzature molto basse.
“A 2 mesi dall’intervento si potrà tornare, se il piede non è eccessivamente edematoso, a indossare i tanto amati tacchi”, conclude il dottor. Teori.
Alluce valgo e dita a martello: esercizi di fisioterapia
Per quanto riguarda gli esercizi utili alla riabilitazione, si dovrà seguire il più correttamente possibile un programma impostato da un fisioterapista specialista. Spesso gli esercizi vengono eseguiti a piedi nudi o su un fondo sabbioso o comunque deformabile con bassa pressione. Sulla ginnastica da condurre a casa, in linea generale può essere consigliato eseguire:
✔ movimenti con pallina: in posizione eretta, si sfrutta una pallina morbida, da posizionare sotto la pianta del piede. Si muove quindi delicatamente l’arco, per percepire l’appoggio della pallina prima su tallone, poi su arco del piede e infine sulle falangi. In questo modo, si aiuterà a ritrovare la giusta sensibilità e si effettuerà una leggere sollecitazione passiva;
✔ movimenti a muro: da supini, si alzano le gambe poggiando i piedi ben saldi su un muro. Si sollevano quindi leggermente partendo dal tallone, evitando di premere sulle falangi, si mantiene la posizione per un paio di secondi e si torna in quella di partenza. In questo modo, si stimolerà il naturale movimento delle articolazioni senza però sovraccaricarle con il peso del corpo;
✔ movimenti dell’alluce o delle altre dita grazie all’utilizzo della mano: da seduti, con le gambe rilassate e lievemente piegate, si muove in modo molto dolce con la mano le falangi trattate, sia verso il basso che verso l’alto, senza estendere eccessivamente e fermandosi in caso di dolore. L’esercizio passivo è utile per aiutare l’arto a ritrovare la sua naturale funzionalità.