L’Epicondilite, nota anche come “gomito del tennista” o “gomito del golfista”, è una condizione dolorosa che colpisce avambraccio e gomito.
Nonostante le vengano attribuiti nomi “sportivi”, questa patologia può manifestarsi anche in persone che non praticano un’attività fisica intensa e non è obbligatoriamente correlata a un solo sport nello specifico.
L’Epicondilite può essere causata da un sovraccarico o da un danno ai tendini, che collegano i muscoli dell’avambraccio all’epicondilo, prominenza ossea sull’estremità del gomito.
Se riconosciuta in fase iniziale, l’Epicondilite può essere gestita efficacemente con una combinazione di periodi di riposo e trattamenti non invasivi, come fisioterapia, applicazione di ghiaccio, trattamenti farmacologici disinfiammanti (FANS)…
Ma non sempre è così “facile” risolvere il problema; in alcuni casi più rari e gravi può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
I sintomi dell’Epicondilite
I sintomi dell’Epicondilite includono dolore e sensibilità nell’area del gomito, che può irradiarsi anche verso l’avambraccio e il polso.
Il dolore percepito può essere lieve oppure anche particolarmente intenso, a seconda della gravità del problema.
Anche le più semplici attività quotidiane, che coinvolgono la presa, come ad esempio stringere un oggetto, ruotare il polso o avvitare la moka del caffè, possono risultare alquanto dolorose.
In alcuni casi, anche il movimento del gomito potrebbe subire delle limitazioni e si potrebbe manifestare debolezza muscolare e/o rigidità articolare.
Come dicevamo, l’Epicondilite non è quindi necessariamente legata alla pratica sportiva, anche attività quotidiane, che coinvolgono movimenti ripetitivi del polso e della mano, come l’uso del mouse, di un trolley da viaggio o lo svolgimento di lavori manuali, possono contribuire all’insorgenza della malattia.
Un consiglio fondamentale è quindi prestare attenzione fin da subito all’insorgenza dei primi segnali di dolore o fastidio al gomito (a prescindere dalla tipologia di attività svolte) per evitare che la situazione peggiori e diventi cronica.
Cura e tempi di guarigione in caso di Epicondilite
Curare l’Epicondilite può rivelarsi un percorso lungo, ma non obbligatoriamente sarà necessario ricorrere alla chirurgia.
Ecco come agire fin da subito…
- Il primo passo nella gestione del dolore è senza dubbio rispettare un periodo di RIPOSO, riducendo al minimo tutte quelle attività che ne hanno causano i sintomi.
- L’applicazione di GHIACCIO localmente, sulla zona interessata, può aiutare a ridurre l’infiammazione e alleviare il dolore.
- Alcuni FARMACI, come analgesici da banco o antinfiammatori possono essere utili per controllare il dolore acuto.
- La FISIOTERAPIA svolge un ruolo cruciale nel recupero dall’Epicondilite. Il terapista può infatti lavorare sul rafforzamento dei muscoli dell’avambraccio, migliorandone la flessibilità.
- La pratica di ESERCIZI mirati aiuta inoltre a riabilitare l’area colpita più velocemente.
- In alcuni casi, possono anche essere utilizzati TUTORI o bendaggi per supportare l’articolazione e ridurre lo stress sui tendini.
- Sottoporsi a una TERAPIA INFILTRATIVA, con peptidi bioattivi , cortisonici , P R P e – non ultimo – le cellule mesenchimali.
I tempi di guarigione possono variare da caso a caso, ma in genere, con il giusto trattamento e rispettando delle indicazioni terapeutiche, i sintomi dell’Epicondilite possono iniziare a migliorare già nel giro di qualche settimana, così come necessitare di diversi mesi.
La pazienza e la costanza nel seguire il programma di riabilitazione sono purtroppo indispensabili per ottenere i migliori risultati e velocizzare il recupero.
Epicondilite: quando ricorrere alla chirurgia mininvasiva
Se, nonostante i trattamenti sopra indicati, i sintomi persistono o addirittura peggiorano ulteriormente col tempo, potrebbe avere decisamente senso prendere in considerazione anche la chirurgia, come opzione di trattamento.
Anche in questo caso però parliamo di chirurgia mininvasiva ambulatoriale e non di un’operazione vera e propria!
L’intervento prevede una sola piccola incisione, tramite la quale vengono rimossi i tessuti danneggiati e riparati i tendini interessati.
L’intervento per l’Epicondilite non necessita di anestesia totale, né di ricovero e può essere svolto in day hospital.
La chirurgia mininvasiva può essere un’opzione efficace per tutti coloro che non rispondono positivamente ai trattamenti conservativi o che presentano un’Epicondilite cronica.
In conclusione…
L’Epicondilite è una condizione dolorosa che colpisce il gomito e l’avambraccio, causata principalmente da un sovraccarico o da danni ai tendini.
La cura dell’Epicondilite prevede un primo intervento conservativo (con trattamenti non invasivi, fisioterapia e/o trattamento farmacologico) e solamente nel caso in cui tali pratiche non abbiano effetto, il ricorso alla chirurgia mininvasiva.
Intervenire tempestivamente, non sottovalutando anche i sintomi iniziali è quindi il modo migliore per trovare un trattamento adeguato e risolutivo, evitando che la condizione peggiori o si cronicizzi.