Tra le più comuni problematiche del piede, troviamo senza dubbio: alluce valgo, piedi piatti, neuroma di Morton, alluce rigido, dito a martello e fascite plantare.
Si tratta di patologie non obbligatoriamente gravi, ma altamente impattanti sulla qualità della vita del paziente.
Anche in questo caso, come detto per le più comuni patologie della mano, forse non tutti sanno che oggi è possibile curare e risolvere in maniera definitiva tali problematiche grazie alla chirurgia ambulatoriale, in day hospital, senza neanche la necessità che venga assegnato un letto al paziente.
Analizziamole quindi caso per caso…
Alluce Valgo: perché compare e come curarlo
L’alluce valgo è una patologia del piede molto comune.
Essa comporta uno spostamento verso l’esterno della base dell’alluce, con conseguente deviazione della punta del dito verso l’interno.
Alcune delle più comuni cause, che possono condurre alla comparsa dell’alluce valgo sono:
- malformazioni congenite;
- predisposizione genetica;
- calzature inadatte;
- lesioni del piede;
- problemi di peso, postura e/o tono muscolare;
- alcuni tipi di artrite.
Nei casi più gravi, la deviazione dell’alluce valgo può portare a l’accavallamento del primo e secondo dito del piede e la pelle potrebbe apparire rossa e dolente.
Una volta insorta la patologia, è possibile optare per trattamenti “conservativi”, che mirano a non far peggiorare lo stato delle cose, oppure rimedi permanenti, tramite opzioni chirurgiche.
Nel primo caso i trattamenti non chirurgici prevedono:
- l’utilizzo di calzature comode;
- eventuali bendaggi per bloccare la posizione del dito;
- antidolorifici;
- cuscinetti separa dita;
- plantari;
- Iniezioni di cortisone per ridurre il gonfiore;
- l’applicazione di ghiaccio al bisogno.
Per risolvere invece il problema definitivamente, è possibile ricorrere a semplici interventi mini-invasivi, con un approccio chirurgico percutaneo, che prevede cicatrici minime e tempi di recupero quasi inesistenti.
Piede piatto
Con il termine “piede piatto” si identifica una malformazione, caratterizzata dall’appiattimento della volta plantare.
Può trattarsi di una patologia congenita, provocata da un piede trascurato durante l’infanzia oppure causata da un trauma, una frattura, una disfunzione o una patologia insorta in un secondo momento.
La riduzione – o addirittura la scomparsa – della volta plantare può provocare affaticamento precoce e dolore al piede.
Talvolta il dorso del piede può gonfiarsi e, se trascurato, l’alluce valgo può anche essere la causa scatenante di altre patologie del piede come quelle di cui parleremo in questo articolo.
Anche in questo caso, è possibile optare per rimedi conservativi, ad esempio indossando appositi plantari correttivi (per lo più nel bambino) o compensativi (per l’adulto) e fare con regolarità esercizi mirati.
Nei casi più gravi però è sempre consigliabile optare per trattamenti risolutivi a lungo termine, come procedure chirurgiche ambulatoriali, in grado di correggere la pronazione del calcagno e far risalire la volta plantare.
Neuroma di Morton
Il neuroma di Morton è una patologia del piede, che coinvolge i nervi sensitivi del 3° e 4° dito del piede.
È generalmente causato da una serie di microtraumi cronici nel punto di passaggio tra le teste di III e IV metatarsale, che portano – con il tempo – alla formazione di tessuto fibroso all’interno del nervo.
Tali microtraumi possono a loro volta essere causati da altre patologie, come malformazioni del piede, alluce valgo, piede piatto e piede cavo oppure possono derivare da problemi d’appoggio dell’avampiede.
Dolore localizzato nel momento dell’appoggio e formicolio (anche a riposo) sono tra i sintomi più comuni del neuroma di Morton.
Anche in questo caso, esistono terapie conservative, come infiltrazioni cortisoniche o l’utilizzo di plantari, che però non risolveranno mai il problema alla radice, ma si accontenteranno di alleviare il dolore del paziente.
Optando invece per tecniche mini invasive chirurgiche sarà possibile isolare e asportare il Neuroma, senza ovviamente apportare alcuna alterazione alla deambulazione e alla funzionalità delle dita del piede.
Non servono stampelle né fisioterapia, l’intervento è velocissimo e ambulatoriale, in day hospital.
Alluce rigido
Quando identifichiamo l’alluce del piede come “alluce rigido”, intendiamo una parziale o completa perdita della sua normale mobilità articolare.
Inizialmente, il problema si presenta come difesa dal dolore, ma ben presto si traduce in una vera e propria limitazione meccanica, causata dalla degenerazione artrosica dell’articolazione metatarso-falangea.
L’alluce rigido colpisce circa il 2% della popolazione e può anche essere associato all’alluce valgo, di cui sopra.
Tra le cause più comuni:
- malattie sistemiche metaboliche (es. gotta);
- traumi o lesioni;
- malattie infiammatorie e autoimmuni (es. artrite reumatoide);
- micro traumi prolungati, dovuti a particolari attività sportive o abitudini di vita scorrette.
Il dolore e la sporgenza dell’osso possono essere arginati tramite mezzi ortesici, come solette, plantari e calzature idonee, ma solo il trattamento chirurgico può risolvere il problema.
Parliamo sempre di una chirurgia ambulatoriale mini invasiva, che andrà questa volta a sostituire la cartilagine (artroplastica) con una tecnica di ricostruzione, mediante interposizione articolare di tessuto autologo.
La ricostruzione dei legamenti e il riposizionamento in asse dell’alluce sul metatarso rappresentano la soluzione del problema; in fase post operatoria sarà quindi necessario limitare per una ventina di giorni il carico del piede, ma nulla di più!
Quinto dito varo
Il 5° dito varo è una deformazione del piede: presenta le stesse caratteristiche dell’alluce valgo, ma con atteggiamento inverso.
È causato da un difetto congenito e spesso compare in concomitanza dell’alluce valgo appunto.
Deformità e sporgenza anomala del piede provocano la frequente comparsa di dolore e calli.
Le tecniche conservative per il 5° dito varo prevedono l’utilizzo di tutori in silicone e/o plantari, per migliorare l’appoggio del piede, trattamenti con Tecar e Laser terapia.
La chirurgia percutanea mininvasiva interviene invece direttamente sull’osso e sulle parti molli circostanti, tramite micro incisioni cutanee, per correggere la deformazione del piede.
Trattamenti Tecar e Laser terapia sono in ogni caso consigliabili per accelerare i tempi di recupero dell’intervento ambulatoriale.
Dito a martello
Anche quella del dito a martello è una deformazione del piede: può interessare un solo dito o più di uno e si manifesta con un effetto “curvo” o “ad artiglio”, causato da un’anomala flessione dell’articolazione intermedia del dito.
La patologia è determinata da uno squilibrio della muscolatura interossea, che a sua volta può essere causato da lassità capsulo legamentose, piede cavo, lesioni degenerative (es. artrite reumatoide), alluce valgo e non solo…
Una volta cronicizzato, il dito a martello può provocare un progressivo sovraccarico del metatarso e la comparsa di callosità plantari dolenti.
L’unico trattamento “palliativo” del dito a martello prevede l’utilizzo di ortesi, mentre il trattamento chirurgico per il dito a martello, con tecnica percutanea, è in grado di riportare il dito alla sua posizione originaria in modo permanente.
Vengono impiegate piccole frese, molto simili a quelle utilizzate in campo odontoiatrico, con incisioni minime, che garantiscono sia un rapido intervento ambulatoriale che un rapido recupero.
Fascite plantare
Parliamo infine della fascite plantare: una dolorosa infiammazione del legamento arcuato, che transita nella parte inferiore del piede e che collega il tallone con la base delle dita dei piedi.
Può essere causata dall’attività sportiva o da altre patologie del piede, come piede piatto o piede cavo, dal sovrappeso o dall’utilizzo di scarpe inadatte.
Per curare la fascite plantare è consigliabile un approccio farmacologico, con farmaci anti-infiammatori non steroidei e corticosteroidi, in aggiunta a un approccio di “rinforzo” con stretching mirato ed esercizi di rafforzamento.
Solamente 1 caso su 10 di fascite plantare richiede l’intervento chirurgico e, in tal caso, il più delle volte le problematiche sono legate a necessità lavorative o impossibilità fisiche.
Il raro intervento chirurgico per risolvere il problema della fascite plantare, è consigliato in caso di “malattie professionali” con dolore cronico e – in concomitanza – impossibilità di indossare un plantare con regolarità, piede cavo e/o l’obbligo di indossare calzature molto basse per molte ore al giorno.