Sintesi elastica e fratture senza gesso

sintesi elastica

Nel campo della medicina ortopedica, le fratture ossee rappresentano una problematica molto comune, che richiede un trattamento efficace, in grado di assicurare il più completo recupero possibile e una rapida guarigione.

Anche grazie alla frequenza del problema, negli ultimi anni sono emerse nuove opzioni terapeutiche per la cura e la gestione delle fratture, tra cui la sintesi elastica: una vera rivoluzione all’approccio e alla gestione delle fratture senza l’uso tradizionale del gesso o di mezzi di sintesi interni permanenti, da rimuovere dopo la guarigione a 9/12 mesi.

Oggi vedremo quindi di esplorare il concetto di sintesi elastica e di capire meglio come essa si stia affermando come un metodo avanzato per la cura delle fratture, offrendo evidenti vantaggi, rispetto all’approccio tradizionale.

 

Cos’è una frattura?

Le fratture ossee (rottura, lesione dell’osso) rappresentano delle interruzioni nella continuità di un osso, solitamente causate da traumi, cadute o sforzi eccessivi.

Esistono però diverse tipologie di fratture, ognuna con caratteristiche specifiche che richiedono una valutazione accurata e un trattamento appropriato.

Le fratture possono infatti presentarsi come piccole crepe – quasi impercettibili – ma anche arrivare ad essere gravi rotture, in grado di coinvolgere anche più parti dell’osso.

Le fratture vengono quindi classificate in base a fattori come la posizione dell’osso interessato, la forma della frattura e la gravità del danno.

 

Quanti tipi di fratture esistono?

Le fratture ossee possono essere di diverse tipologie, tra cui:

  • Fratture trasverse: si verificano perpendicolarmente all’asse dell’osso e sono spesso il risultato di traumi diretti.
  • Fratture oblique: presentano un angolo rispetto all’asse dell’osso e possono essere causate da tensioni rotatorie.
  • Fratture spiraliformi: si sviluppano in modo elicoidale lungo l’osso e possono derivare da torsioni violente.
  • Fratture comminute: coinvolgono frammenti ossei multipli, spesso causati da impatti di alta energia.
  • Fratture da stress: derivano da sforzi ripetuti sull’osso nel tempo, come quelle osservate negli atleti.
  • Fratture esposte: si verificano quando l’osso fuoriesce dalla pelle, aumentando il rischio di infezioni.

Una volta capita l’entità del problema, vediamo quindi come risolverlo…

 

Come si cura una frattura oggi?

Tradizionalmente, le fratture venivano trattate tramite ingessatura o comunque tramite mezzi di immobilizzazione interni, al fine di – una volta ripristinato l’allineamento – mantenere l’osso nella posizione corretta durante il processo di osteosintesi, ossia di guarigione e rigenerazione dell’osso.

Questo approccio ha ovviamente già dimostrato la sua efficacia in passato, ma presenta anche alcune limitazioni, come l’immobilità prolungata dell’arto e la possibilità di atrofia muscolare e rigidità articolare o la necessità di ulteriori interventi, per rimuovere i presidi usati o impiantati.

Oggi, la pratica medica si sta quindi spostando verso metodi più avanzati e personalizzati, con metodi alternativi come il gesso in vetroresina o nuovi gessi idrorepellenti (che permettono la cura del corpo), tecniche mini-invasive di chirurgia e l’utilizzo di dispositivi di sintesi elastica, che non necessitano di grosse cicatrici per l’impianto, ma si limitano a ingressi percutanei, che non lasciano segni invasivi e che non rischiano di provocare cheloidi.

 

La sintesi elastica e la guarigione senza gesso dalle fratture

La sintesi elastica delle fratture senza gesso rappresenta un approccio moderno alla gestione delle fratture, che offre numerosi vantaggi rispetto al metodo tradizionale del gesso.

Questa tecnica prevede l’utilizzo di mezzi di sintesi, ossia mezzi di fissazione ossea, come piastre e viti in materiali elastici e leggeri, che consentono il – seppur limitato – movimento dell’osso, durante il processo di guarigione.

La sintesi elastica è rivolta quindi a tutte quelle fratture che possono essere ridotte ed immobilizzate per via percutanea (soprattutto alle fratture degli arti superiori), inserendo nel canale midollare due o più fili metallici a sostenere i segmenti fratturati e ridotti, ed è adatta a pazienti di tutte le età.

Ciò non solo favorisce una guarigione più rapida, ma riduce anche il rischio di atrofia muscolare e rigidità articolare.

La sintesi elastica permette inoltre un recupero funzionale più tempestivo, poiché i pazienti possono iniziare la riabilitazione precocemente: una riabilitazione che inizia già dopo 24/48 h dall’intervento, sfruttando tecniche riabilitative quali terapia occupazionale, terapia fisica e terapia manuale.

In conclusione, la sintesi elastica e la cura delle fratture senza gesso rappresentano un’innovazione significativa nell’ambito della cura delle fratture ossee.

Questo approccio moderno offre numerosi vantaggi, tra cui una guarigione più rapida, un recupero funzionale migliore e minori complicazioni rispetto al metodo tradizionale, che resta pur sempre una valida opzione.

La scelta tra l’approccio tradizionale e la sintesi elastica dipende infatti da vari fattori, tra cui la natura della frattura, la condizione del paziente e le preferenze del medico curante.

In ogni caso, è chiaro che la medicina ortopedica sta compiendo passi da gigante verso soluzioni più personalizzate ed efficienti per la cura delle fratture.

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